Le applicazioni di LabVIEW sono davvero innumerevoli e ne abbiamo avuto un ulteriore testimonianza duranto lo scorso NIDays svoltosi a Milano. Tra le più sorprendenti dimostrazioni presentate sul palco non è certo passata inosservata quella dell'azienda torinese Argotec, che ha spiegato come il linguaggio di programmazione grafica di National Instruments stia aiutanto i progettisti a sviluppare un nuovo concetto di nano-satellite destinato a volare in orbita translunare.
Argotec, già nota al grande pubblico per aver realizzato insieme a Lavazza la macchinetta del caffè usata da Samantha Cristoforetti per potersi bere il primo caffè espresso della storia dell’umanità in stato di microgravità, oggi sta sperimentando materiali e sistemi innovativi e per integrare, in un volume grande quanto una scatola di scarpe, i cosiddetti satelliti CubeSat, in pratica i droni del futuro, con l'obiettivo di testarli per primo lontano dalla Terra, nelle condizioni estreme dell’orbita translunare.
Sul palco di NIDays, Argotec ha spiegato come stia utilizzando LabVIEW e la strumentazione modulare PXI di National Instruments per il collaudo e la validazione di unità e sottosistemi del nano-satellite per lo spazio profondo ArgoMoon, semplificando l'architettura dei banchi di collaudo, centralizzando le interfacce operatore e automatizzando l'esecuzione dei test e della reportistica.
In sostanza, LabVIEW viene utilizzato come unico front-end per il comando e il controllo di strumenti, le gestione delle telemetrie, i telecomandi e altro ancora.
Il nano-satellite ArgoMoon realizzato da Argotec nell'ambito di un progetto coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana è stato selezionato dalla NASA come carico utile per la prossima Exploration Mission 1.
L’agenzia spaziale statunitense ha illustrato la prima missione dello Space Launch System (SLS) prevista a fine 2018. L’Exploration Mission 1 (EM-1) rappresenta il secondo volo di collaudo dell’Orion Multi-Purpose Crew Vehicle, un veicolo spaziale, attualmente in fase di sviluppo da parte della NASA, che sarà utilizzato nell'esplorazione umana degli asteroidi e degli spazi cislunari, in vista di un futuro sbarco su Marte.
Tra i CubeSat scelti dalla NASA per l’esplorazione dello spazio profondo c’è ArgoMoon, a dimostrazione della posizione di eccellenza che l’Italia ha conquistato nella ricerca spaziale.
L’impiego dei nano-satelliti è aumentato in modo considerevole negli ultimi anni, grazie ai costi limitati dovuti alle dimensioni ridotte e all’utilizzo di alcuni componenti commerciali, di cui le tecnologie di collaudo modulari e il software LabVIEW rappresentano un evidente esempio pratico.
ArgoMoon scatterà foto storicamente significative della missione EM-1 e testerà sistemi innovativi di comunicazione. Un’opportunità unica per la ricerca tecnologica sui nano-satelliti, i cui risultati permetteranno di ottenere nuove soluzioni volte ad estendere l’utilizzo dei nano-satelliti a future esplorazioni e supportare l’osservazione terrestre a costi contenuti.
Complimenti al made in Italy nello spazio profondo.