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Elettronica e autoIl mondo dell’auto è sempre più ricco di elettronica e, soprattutto, di sensori.

Di conseguenza, cresce esponenzialmente la complessità dei sistemi di collaudo necessari per garantire il corretto funzionamento integrato di tutti i dispositivi inseriti in un veicolo moderno, così come la quantità di dati raccolti degli innumerevoli sensori sparsi tra vano motore e abitacolo.

Come evitare che la sovrabbondanza di informazioni degeneri, rendendo l’auto del futuro impossibile da collaudare o, peggio ancora, meno affidabile rispetto a quella tradizionale?

Il tema è stato affrontato nel corso dell’ultima edizione di NI Automotive Forum, la manifestazione organizzata da National Instruments e tenutasi al Museo dell’Automobile di Torino.

La ricetta perfetta, ma utopistica, dell’azienda americana sarebbe l’utilizzo di una sola tecnologia di progettazione grafica (guarda caso LabVIEW), mediante la quale poter affrontare la miriade di applicazioni elettroniche presenti in un’automobile: dalla connettività verso le reti esterne al controllo del motore di trazione, dalla gestione del confort all'intrattenimento dei passeggeri.

Test sistemi elettronici eterogeneiSebbene gli strumenti hardware e software proposti da National Instruments siano potenzialmente in grado di affrontare efficacemente tutte le applicazioni tipiche previste nelle auto di oggi e del futuro, l’azienda è ben consapevole che quello che ci aspetta il futuro non è una dittatura, bensì una democrazia di sistemi elettronici interconnessi e progettati con tecniche, approcci e linguaggi di programmazione tra i più disparati.

Pertanto, la sfida più immediata da affrontare nel mondo dell’auto è quella di gestire il rischio costituito dall’innovazione.

È importante essere consapevoli che quando si introduce qualcosa di nuovo all’interno di una piattaforma automobilistica si rischia sempre che qualcosa vada storto o che i tempi di realizzazione e debug si allunghino oltremisura compromettendo l’economicità degli investimenti.

Non resta che organizzarsi attraverso procedure e sistemi di validazione e collaudo il più possibile efficaci. Ed è proprio questo il punto su cui insiste National Instruments.

La grande quantità di dati che abbiamo a disposizione (che oggi va di moda chiamare Big Data) non deve spaventare, bensì essere valorizzata e sfruttata a proprio vantaggio.

Oggi siamo di fronte e una disponibilità di dati di ordini di grandezza superiore rispetto al passato. Un sistema di controllo elettronico può rilevare stati e impartire comandi molto più velocemente rispetto a un classico attuatore elettromeccanico, da cui scaturisce l’esigenza di elaborazione distribuita e in tempo reale dei singoli dati grezzi acquisiti.

Architettura RIO

A livello architetturale la proposta di National Instruments va nella direzione dell’architettura RIO (I/O riconfigurabili), che combina la capacità di acquisizione, misura ed elaborazione locale in tempo in tempo reale tramite l’integrazione di una FPGA riprogrammabile all’interno di ogni nodo di misura.

Ciò consente da un lato di reagire immediatamente creando cicli di misura e controllo con architettura distribuita, dall’altro di acquisire i dati nella sua interezza ‘estraendono il succo’, che viene messo a disposizione via rete di un sistema di supervisione o di collaudo gerarchicamente di ordine superiore.

La gestione della massa di dati di collaudo che si possono ricavare è un problema organizzativo oltre che tecnologico.

Finché ogni gruppo di lavoro non si rende conto di doversi coordinare con una miriade di colleghi che si stanno occupando di altre porzioni di elettronica dell’autoveicolo, difficilmente si andrà lontani.

A partire dalle scelte apparentemente più banali, come la nomenclatura dei segnali acquisiti da una serie di sensori, o alla definizione unificata dalle serie temporali delle misure e delle relative unità ingegneristiche, serve grande ordine e disciplina nell’adozione di standard condivisi.

Software Veristand per gestione procedure di collaudoL’organizzazione sistematica dei dati di misura e collaudo dovrebbe essere ferrea quantomeno a livello aziendale ma, vista la crescente interoperabilità richiesta tra i sottosistemi elettronici, ci si auspica venga condivisa a livello dell’intera filiera produttiva.

Da par suo National Instruments si propone come attore di primo piano proprio nell'ambito della gestione del dati, proponendo software dedicati all’integrazione sistematica di dati e procedure di collaudo eterogenei, a partire dal ben noto Veristand.

L’obiettivo è quello di potere fruire, indipendentemente dal linguaggio di programmazione sottostante con cui sono stati sviluppati gli algoritmi di misura, di tutti i risultati ottenuti in modo coerente e organizzato, che vengono messi a disposizione dell’intera organizzazione in modo strutturato e rapidamente accessibili tramite la rete.