La possibilità di realizzare reti di diffusione isofrequenziali, o SFN (Single Frequency Network) è uno dei principali vantaggi ottenuti con l’impiego della modulazione OFDM nei sistemi DVB-T e DVB-T2 utilizzati nella televisione digitale terrestre.
Nelle, reti isofrequenziali, però, cresce il rischio che i fenomeni di eco dovuti alla riflessioni ‘accechino’ gli strumenti di misura tradizionali, proprio quando servono per identificare l’origine di un degrado della qualità del segnale.
Vediamo perché e scopriamo come un’interessante soluzione proposta dell’azienda spagnola Gsertel, appartenente al gruppo Televes, si propone di risolvere il problema.
La qualità della comunicazione tra il trasmettitore di una stazione base e il ricevitore di un terminale mobile è strettamente legata alle condizioni di propagazione del canale.
Nel loro percorso tra antenna trasmittente e antenna ricevente, le onde elettromagnetiche sono soggette e fenomeni di assorbimento e riflessione che influenzano in modo significativo l’ampiezza e la fase del segnale ricevuto.
Tali fenomeni di attenuazione del segnale sono generalmente dipendenti dalla frequenza del segnale stesso e vengono generalmente sintetizzati con il termine di fading (o evanescenza).
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Le specifiche delle reti radiomobili di terza generazione della serie UMTS si sono evolute nel tempo per supportare un maggior numero di utenti e aumentare la velocità delle trasmissione dati per l'accesso a Internet in mobilità.
Dopo la pubblicazione da parte dell'associazione 3GPP degli standard HSDPA (release 5) e HSUPA (release 6), i passi successivi (release 7 e seguenti), hanno portato alla diffusione del nuovo standard HSPA+ o HSPA evoluto, nato col proposito di aumentare ulteriormente la velocità di picco e diminuire la latenza nella trasmissione dati.
Nella seconda parte di questa serie di articoli abbiamo analizzato la struttura di un trasmettitore e ricevitore DVB.
Proseguiamo con un approfondimento sui principi della modulazione OFDM, che è utilizzata nei sistemi DVB-T, DVB-H e DVB-T2.
Nella prima parte di questa serie di articoli abbiamo esaminato le principali caratteristiche distintive dei vari sistemi di diffusione radiotelevisiva digitali appartenenti alla famiglia DVB.
Qui sotto è riportato uno schema generico di una catena di trasmissione di segnali DVB, che nei suoi macroblocchi è applicabile a tutte le varianti dello standard.
La parte superiore si riferisce al trasmettitore, quella inferiore al ricevitore.